THEA MARIS
MOSTRA DIFFUSA MARATEA 2025
di Anna Caterina Masotti
a cura di Laura Frasca
MOSTRA DIFFUSA MARATEA 2025
di Anna Caterina Masotti
a cura di Laura Frasca
THEA MARIS RITORNO ALL'ORIGINE
Risonanze del Mare tra infinito ed abisso.
Una Mostra Diffusa come Strumento di Percezione
Laura Frasca
La mostra diffusa di Anna Caterina Masotti si presenta come un’esperienza che trascende la mera immagine. Un invito a un viaggio meditativo, dove mito e natura si flettono in una narrazione visiva che sfida la percezione. Le fotografie, scattate a Maratea, diventano non solo rappresentazioni del paesaggio ma strumenti di una percezione amplificata, un esercizio di astrazione che chiede all’osservatore di interrogarsi sulle relazioni tra passato e presente, tra generazioni e archetipi. Maratea, con il suo equilibrio tra mare e montagne, assume un ruolo di soggetto e di medium.
Risonanze del Mare tra infinito ed abisso.
Una Mostra Diffusa come Strumento di Percezione
Laura Frasca
La mostra diffusa di Anna Caterina Masotti si presenta come un’esperienza che trascende la mera immagine. Un invito a un viaggio meditativo, dove mito e natura si flettono in una narrazione visiva che sfida la percezione. Le fotografie, scattate a Maratea, diventano non solo rappresentazioni del paesaggio ma strumenti di una percezione amplificata, un esercizio di astrazione che chiede all’osservatore di interrogarsi sulle relazioni tra passato e presente, tra generazioni e archetipi. Maratea, con il suo equilibrio tra mare e montagne, assume un ruolo di soggetto e di medium.
Il mare stesso emerge come simbolo: fonte di metamorfosi e di unioni mitologiche, un grembo che richiama Afrodite, simbolo di nascita e bellezza. La rappresentazione di questo mito non è mai statica, ma vibrante, pulsante, un’immagine che si anima attraverso l’uso di materiali leggeri e trasparenti come seta e chiffon, che grazie alla luce si fanno portatori di un’interazione tra superficie e profondità. Ogni riflesso, ogni gioco di trasparenze diventa un campo di tensione tra fisicità e immaterialità, tra forma e vuoto.
Le trame tessute con fili dorati, bronzei e neri sono più che ornamenti: diventano segni di cura, azioni di un rapporto che si prolunga tra opera e percezione. Trasformano le onde in paesaggi immaginari, non solo come finzione ottica, ma come manifestazioni di processi creativi e di rigenerazione. La grande scala delle opere – alcune alte fino a quattro metri – amplifica questa tensione tra presenza e assenza, tra materia e luce, tra il codice visivo e il mistero che si cela dietro. Ogni immagine si converte in un’allegoria: il mare non è solo sfondo, ma cornucopia universale, pulsante di senso, custode di miti e di rinascite. La mostra diviene anche spazio di riflessione sulla maternità come metafora di creazione, di trasformazione e resilienza. La presenza della giovane figlia dell'artista – simbolo del passaggio e della crescita – si inserisce in questo continuum, dando corpo a una narrazione che va oltre l’individuale, alludendo all’intreccio tra archetipi e realtà contemporanea. In questa operazione, la percezione visiva non è casuale. È strutturata secondo i principi della psicologia della Gestalt, che indaga come la mente umana organizza e interpreta gli stimoli. La disposizione degli elementi – linee, forme, rapporti di prossimità – diventa strategia di un’intelligenza che rende chiaro e immediato ciò che è complesso, infiltrandosi nel modo in cui guardiamo e sentiamo. La chiarezza non elimina il mistero, ma lo rende esplicito, creando un campo percettivo in cui l’immagine diventa un dispositivo di senso, in costante dialogo con la soggettività dell’osservatore.
Le trame tessute con fili dorati, bronzei e neri sono più che ornamenti: diventano segni di cura, azioni di un rapporto che si prolunga tra opera e percezione. Trasformano le onde in paesaggi immaginari, non solo come finzione ottica, ma come manifestazioni di processi creativi e di rigenerazione. La grande scala delle opere – alcune alte fino a quattro metri – amplifica questa tensione tra presenza e assenza, tra materia e luce, tra il codice visivo e il mistero che si cela dietro. Ogni immagine si converte in un’allegoria: il mare non è solo sfondo, ma cornucopia universale, pulsante di senso, custode di miti e di rinascite. La mostra diviene anche spazio di riflessione sulla maternità come metafora di creazione, di trasformazione e resilienza. La presenza della giovane figlia dell'artista – simbolo del passaggio e della crescita – si inserisce in questo continuum, dando corpo a una narrazione che va oltre l’individuale, alludendo all’intreccio tra archetipi e realtà contemporanea. In questa operazione, la percezione visiva non è casuale. È strutturata secondo i principi della psicologia della Gestalt, che indaga come la mente umana organizza e interpreta gli stimoli. La disposizione degli elementi – linee, forme, rapporti di prossimità – diventa strategia di un’intelligenza che rende chiaro e immediato ciò che è complesso, infiltrandosi nel modo in cui guardiamo e sentiamo. La chiarezza non elimina il mistero, ma lo rende esplicito, creando un campo percettivo in cui l’immagine diventa un dispositivo di senso, in costante dialogo con la soggettività dell’osservatore.
Spazi di connessione
Le location scelte non sono semplici cornici, ma partecipano attivamente al racconto. Gli spazi espositivi amplificano il significato delle opere, trasformando la visita in un itinerario sentimentale tra storia e identità di Maratea. La luce, elemento chiave nella poetica di Anna Caterina, trasforma ogni immagine in un oggetto di contemplazione. Ogni ricamo, ogni trasparenza, si carica di un senso di cura e connessione.
Tra i luoghi che ospitano la mostra:
•L’Associazione Altri Turismi: una bottega artigianale convertita in galleria contemporanea, simbolo del dialogo tra tradizione e innovazione.
• Le chiese di Maratea: come la Chiesa dell’Immacolata, di San Francesco e della Madonna di Porto Salvo. Questi spazi sacri arricchiscono la dimensione spirituale delle opere, offrendo un contesto di raccoglimento.
•Il Palazzo De Lieto: un ex ospedale settecentesco, ora polo museale. Qui, i temi della mostra – cura, trasformazione, rinascita – trovano una risonanza naturale. In questi contesti, le opere instaurano un dialogo profondo con la storia e la memoria dei luoghi.
Thea Maris non è solo un’esposizione, ma un’esperienza sensoriale e intellettuale che invita a riflettere sul legame inscindibile tra natura e umanità.
Le location scelte non sono semplici cornici, ma partecipano attivamente al racconto. Gli spazi espositivi amplificano il significato delle opere, trasformando la visita in un itinerario sentimentale tra storia e identità di Maratea. La luce, elemento chiave nella poetica di Anna Caterina, trasforma ogni immagine in un oggetto di contemplazione. Ogni ricamo, ogni trasparenza, si carica di un senso di cura e connessione.
Tra i luoghi che ospitano la mostra:
•L’Associazione Altri Turismi: una bottega artigianale convertita in galleria contemporanea, simbolo del dialogo tra tradizione e innovazione.
• Le chiese di Maratea: come la Chiesa dell’Immacolata, di San Francesco e della Madonna di Porto Salvo. Questi spazi sacri arricchiscono la dimensione spirituale delle opere, offrendo un contesto di raccoglimento.
•Il Palazzo De Lieto: un ex ospedale settecentesco, ora polo museale. Qui, i temi della mostra – cura, trasformazione, rinascita – trovano una risonanza naturale. In questi contesti, le opere instaurano un dialogo profondo con la storia e la memoria dei luoghi.
Thea Maris non è solo un’esposizione, ma un’esperienza sensoriale e intellettuale che invita a riflettere sul legame inscindibile tra natura e umanità.
Nel cuore antico di Maratea, il Palazzo de Lieto si staglia come testimone di secoli di storia e cultura, trasformandosi in un simbolo di continuità tra passato e presente. Questo edificio nobiliare settecentesco, con la sua elegante loggia, il grande portale in pietra e i dettagli scolpiti che richiamano il decorativismo del XVIII secolo, custodisce al suo interno una ricca collezione di ricordi e storie. La pinacoteca, dedicata al pittore Angelo Brando, e la sezione archeologica, con le antiche ancore romane recuperate dai fondali marini di Santo Janni, costituiscono un continuum tra il territorio, il mare e l’espressione artistica. Le opere di Anna Caterina Masotti, ispirate ai simbolismi marini e mitologici legati alla dea Afrodite, trovano in questi ambienti un ulteriore contesto di senso. La mostra esplora il mito di Venere, dea dell’amore e della bellezza, e il suo collegamento con il mare, elemento centrale nella storia di Maratea. La presenza delle ancore romane, icone di stabilità e viaggio, si inserisce nel dialogo tra l’archeologia e la memoria collettiva. In particolare, l’ancora chiamata Venus, evocativa della nascita di Venere dalla spuma del mare, diventa il simbolo di rinascita, purezza e radicamento nel territorio. Le opere leggere e impalpabili di Masotti, realizzate con fili dorati e raffinate tecniche di ricamo, dialogano con gli elementi archeologici e figurativi del luogo, creando contrasti tra solidità e leggerezza, tra memoria storica e immaginario mitologico. La scelta di richiamare l'elemento marino sulle pareti della pinacoteca – pezzi di piccole dimensioni che richiamano la forza sottile e il mistero del mare – arricchisce ulteriormente il percorso espositivo, sottolineando il legame tra le tradizioni marinare e simbolismi archetipici. Lo stesso percorso di restauri e valorizzazioni del palazzo mette in luce come l’arte contemporanea sia particolarmente adatta a dialogare con i territori e i simboli che li rappresentano, creando un ponte tra la conservazione storica e l’espressione attuale. Il progetto artistico Thea Maris, dunque, si fa portavoce di un’identità che si nutre di mare, archeologia, storia e femminilità, in un luogo dove il patrimonio si reinventa e si rinnova attraverso l’arte, contribuendo a scrivere nuove pagine nella memoria della comunità di Maratea.
Spazio Espositivo Altri Turismi ETS: Dove tradizione e contemporaneità si incontrano all’interno dell’ex falegnameria di Strada Sospiro, le opere di Anna Caterina Masotti trovano una dimora che amplifica il loro significato. Le stampe fotografiche ricamate su seta e chiffon, insieme a immagini trasferite su ceramica e lampade scultoree, incarnano la stessa cura artigianale che un tempo caratterizzava la lavorazione del legno in questo spazio. Ogni pezzo è unico, combinando materiali pregiati e design raffinato per celebrare l’incontro tra tradizione e innovazione. Queste opere, pensate anche per l'acquisto, rappresentano una continuità ideale tra il passato artigiano del luogo e l’estetica contemporanea della mostra. La seta con la sua trasparenza e leggerezza, interagisce con la luce, trasformando lo spazio espositivo in un ambiente dinamico e meditativo, mentre le ceramiche e le lampade richiamano la solidità e la tangibilità delle creazioni del passato. In questo contesto, lo Spazio Espositivo Altri Turismi ETS diventa più di una semplice cornice: è un nodo vitale in cui la storia del luogo e la narrazione visiva di Thea Maris si intrecciano.
Chiesa dell’Immacolata: Nella delicata cornice della Chiesa dell’Immacolata, le opere di Anna Caterina Masotti dialogano con i dettagli e le superfici che la caratterizzano: gli stucchi appena accennati, le maioliche colorate, la pietra levigata e il calore del legno. Le installazioni, imponenti nelle dimensioni e leggere nei materiali, cercano un punto di equilibrio tra presenza e trasparenza. Ricami dorati, bronzo e nero impregnati di luce naturale, come i tessuti sospesi, vengono a creare un gioco di superfici stratificate e sfumate, che si inseriscono con naturalezza nel contesto, senza volontà di dominare. La leggerezza dello chiffon e della seta diventa un ponte tra i materiali più solidi e le texture ricche della chiesa, aprendo nuovi spazi di percezione.
I lavori di Anna Caterina si inseriscono come un arazzo lieve in un ambiente ricco di trame, agendo come filamenti di senso tra passato e presente. La loro semplicità si fonde con la raffinatezza degli arredi e dei dettagli decorativi, trasformando l’esperienza visiva in uno spunto di introspezione e riflessione. Nel contesto della mostra diffusa, le opere di Anna Caterina rivestono il ruolo di stimoli sensoriali e simbolici, arricchendo il luogo con un linguaggio che invita a una meditazione silenziosa, tra la materialità delle stoffe e l’essenzialità degli elementi architettonici. Un’installazione che rispetta e rivela, allo stesso tempo, la natura spirituale della chiesa. |
La Chiesa di San Francesco si presenta come un ambiente ricco di dettagli storici e decorativi: le superfici in pietra locale, gli stucchi del XVIII secolo e le maioliche colorate si integrano in un’atmosfera di quieta contemplazione. In questa cornice, sarà esposta una sola immagine di circa 1,50 metri di altezza: una mano che porge dei fiori di buganvillea. Intorno alla chiesa, le piante di buganvillea si intrecciano con il paesaggio, creando un mosaico di colore e vitalità che si dilata nello spazio. Il ricamo dorato dell’opera si lega alla ricchezza decorativa dell’edificio, mentre nei fiori di buganvillea è stato realizzato un piccolo dettaglio di grande significato: un’ape, anch’essa in fili dorati, simbolo di cura, rinascita e lavoro incessante. Questa immagine, concepita come un gesto di percezione e di dono, invita a riflettere sulla relazione tra l’umano e la natura, tra memoria e presenza. La mano che offre i fiori diventa un simbolo di condivisione e di speranza, mentre l’ape in filo dorato sottolinea il valore di cura e di trasformazione, all’interno di un luogo capace di unire sacro e naturale. In questa esperienza, la chiesa si trasforma in uno spazio di percezione sensoriale e meditativa, dove arte, natura e simboli si fondono in un dialogo silenzioso. Il gesto della mano e i dettagli dei fiori si fanno chiave di lettura per un’esperienza che invita l’osservatore a immergersi in un senso di armonia tra arte e natura.
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La Chiesa di Porto Salvo : Nel suggestivo contesto del porto di Maratea, la chiesa di Maria SS. del Porto Salvo si presenta come uno scrigno di storia e di miti marinari. Con la sua struttura a navata unica, caratterizzata da pareti in muratura e una volta a botte ribassata, si inserisce armoniosamente tra i dettagli architettonici del XVIII secolo: il portale architravato con lunetta arcuata, le lesene binate e il campanile decorato con elementi classici, tra colonne e capitelli corinzi. All’interno, tra statue di sant’Andrea, San Giuseppe con Bambino e il Sacro Cuore di Gesù, si custodisce la memoria di un’iconografia che unisce il mondo dei pescatori, delle opere del mare e della devozione. Al centro della navata, il dipinto della Madonna Immacolata e sopra l’altare, la statua in legno della Madonna di Porto Salvo rievocano la suggestiva processione che, ogni anno, attraversa il mare e la terra, portando la devozione dell’intera comunità marinara. In questa cornice, si inserisce il nostro intervento: una serie di piccole fotografie di conchiglie, meduse e coralli, decorate e ricamate con fili dorati, che dialogano con il tema della processione, delle icone e delle memorie marine. Questi elementi, collocati lungo le pareti come la rappresentazioni della Via Crucis, rispecchiano frammenti di percezione, posti tra superficie marina e superficie di memoria. La conchiglia, simbolo di accoglienza e di riposo nelle acque profonde, si fa portatrice di un senso di ospitalità, rivelando un legame tra i riti marittimi e le tradizioni di pesca. L’insieme degli elementi si configura come un invito ad approfondire il rapporto tra uomo, natura e spiritualità, nel rispetto della tradizione e della memoria. La presenza delle opere di Anna Caterina Masotti si inserisce come un gesto di percezione e di dono al mare e alla comunità, amplificando la potenza simbolica di questo luogo sacro e marino: un ponte tra passato e presente, tra il quotidiano dei pescatori e la spiritualità del mare.
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THEA MARIS
Anna Caterina Masotti
Thea Maris nasce da un’esplorazione visiva dell'armonia e della bellezza. Al centro di questa narrazione vi è una giovane adolescente in procinto di entrare nell'età adulta, immersa in un mondo in cui il mare e la natura fanno da sfondo a questa transizione cruciale. Riscoprendo antichi codici e riferimenti alla Grecia classica, ho reinterpretato l’idea di bellezza attraverso forme e tecniche contemporanee. Le immagini sono state scattate quasi tutte nella stessa location, Maratea. Qui, mia madre era incinta di me al sesto mese, e il mio destino era ancora nascosto nel suo grembo. Maratea non è solo un semplice sfondo; è un teatro delle estati della mia infanzia trascorse con lei, dove il sole e le onde danzavano insieme a noi. Oggi torno in questo mare con mia figlia, creando un legame che si rinnova e si arricchisce come ogni onda che bacia la riva. Da qui nasce il nome del progetto, Thea Maris, che racchiude non solo l'essenza del mare, ma anche la forza del legame tra madre e figlia che si intrecciano in questo paesaggio intriso di storia e amore. La memoria trasforma Afrodite in una giovane dallo spirito moderno, come suggeriscono le “formule espressive dell’emozione” di Aby Warburg. Seguendo questa ispirazione, ho creato scene marine e subacquee che celebrano la bellezza della natura e il legame profondo fra l’essere umano e l’ambiente. Come insegnava Aristotele, ordine e simmetria sono elementi chiave della bellezza, e il mare, culla della dea Afrodite secondo Esiodo, assume un significato profondo in questo racconto: simbolo di nascita e trasformazione, può essere visto anche come un liquido amniotico in cui sia la fanciulla che la natura si rigenerano e vengono protetti. In questo modo, il mare riflette l’eterna tensione tra quiete e movimento, offrendo un rifugio sicuro in cui le energie vitali possono emergere e crescere.
Le opere che vedrete in questa mostra non sono pensate solo per essere osservate, ma per permettere a chi guarda di sentirsi parte integrante della composizione. I ricami che arricchiscono alcune immagini sono la mia firma personale, un simbolo che racchiude l’esperienza di vita e il legame con la bellezza. In ogni creazione, l’armonia scaturisce da contrasti bilanciati. Le ombre profonde non appesantiscono la composizione, ma amplificano la luce, sia nelle fotografie stampate su stoffa che nella video-installazione. Allo stesso modo, il terreno aspro e ruvido trova il proprio equilibrio nei morbidi drappeggi, evocando l’armonia degli opposti di Eraclito. Questo contrasto evidenzia come la bellezza possa nascere dall’incontro tra elementi diversi e apparentemente discordanti. Spero che Thea Maris possa accompagnarvi in un viaggio verso una bellezza che non è tanto ricerca della perfezione, quanto l’intima comprensione tra una passione personale e l’universo, quella forma d’amore che, come la filia dell’antica Grecia, abbraccia la vita stessa.
...ad Olga
Anna Caterina Masotti
Thea Maris nasce da un’esplorazione visiva dell'armonia e della bellezza. Al centro di questa narrazione vi è una giovane adolescente in procinto di entrare nell'età adulta, immersa in un mondo in cui il mare e la natura fanno da sfondo a questa transizione cruciale. Riscoprendo antichi codici e riferimenti alla Grecia classica, ho reinterpretato l’idea di bellezza attraverso forme e tecniche contemporanee. Le immagini sono state scattate quasi tutte nella stessa location, Maratea. Qui, mia madre era incinta di me al sesto mese, e il mio destino era ancora nascosto nel suo grembo. Maratea non è solo un semplice sfondo; è un teatro delle estati della mia infanzia trascorse con lei, dove il sole e le onde danzavano insieme a noi. Oggi torno in questo mare con mia figlia, creando un legame che si rinnova e si arricchisce come ogni onda che bacia la riva. Da qui nasce il nome del progetto, Thea Maris, che racchiude non solo l'essenza del mare, ma anche la forza del legame tra madre e figlia che si intrecciano in questo paesaggio intriso di storia e amore. La memoria trasforma Afrodite in una giovane dallo spirito moderno, come suggeriscono le “formule espressive dell’emozione” di Aby Warburg. Seguendo questa ispirazione, ho creato scene marine e subacquee che celebrano la bellezza della natura e il legame profondo fra l’essere umano e l’ambiente. Come insegnava Aristotele, ordine e simmetria sono elementi chiave della bellezza, e il mare, culla della dea Afrodite secondo Esiodo, assume un significato profondo in questo racconto: simbolo di nascita e trasformazione, può essere visto anche come un liquido amniotico in cui sia la fanciulla che la natura si rigenerano e vengono protetti. In questo modo, il mare riflette l’eterna tensione tra quiete e movimento, offrendo un rifugio sicuro in cui le energie vitali possono emergere e crescere.
Le opere che vedrete in questa mostra non sono pensate solo per essere osservate, ma per permettere a chi guarda di sentirsi parte integrante della composizione. I ricami che arricchiscono alcune immagini sono la mia firma personale, un simbolo che racchiude l’esperienza di vita e il legame con la bellezza. In ogni creazione, l’armonia scaturisce da contrasti bilanciati. Le ombre profonde non appesantiscono la composizione, ma amplificano la luce, sia nelle fotografie stampate su stoffa che nella video-installazione. Allo stesso modo, il terreno aspro e ruvido trova il proprio equilibrio nei morbidi drappeggi, evocando l’armonia degli opposti di Eraclito. Questo contrasto evidenzia come la bellezza possa nascere dall’incontro tra elementi diversi e apparentemente discordanti. Spero che Thea Maris possa accompagnarvi in un viaggio verso una bellezza che non è tanto ricerca della perfezione, quanto l’intima comprensione tra una passione personale e l’universo, quella forma d’amore che, come la filia dell’antica Grecia, abbraccia la vita stessa.
...ad Olga
Per info sulla mostra e per ospitarla nella vostra città scrivere a:
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